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Problemi di tesseramento per Kolo Muani: un caso giuridico tra regolamenti FIFA e gestione societaria

Problemi di tesseramento per Kolo Muani: un caso giuridico tra regolamenti FIFA e gestione societaria

di LegisLAB Academy Team - 22/01/2025
Problemi di tesseramento per Kolo Muani: un caso giuridico tra regolamenti FIFA e gestione societaria

Il tentativo di trasferire Randal Kolo Muani dal Paris Saint-Germain (PSG) alla Juventus si è trasformato in un caso emblematico delle complessità regolamentari che permeano il mercato calcistico internazionale. La vicenda, al centro dell'attenzione mediatica e degli operatori del settore, evidenzia l'importanza delle norme FIFA nella gestione delle operazioni di trasferimento internazionale e sottolinea come la conformità a tali regole sia essenziale per garantire la regolarità e la sostenibilità del sistema calcio.


Le radici normative del caso: il limite ai prestiti internazionali


Dal 1° luglio 2024, la FIFA è definitivamente entrata in vigore la c.d. “riforma sui prestiti” a livello internazionale (le cui prime norme sono entrate in vigore il 1° luglio 2022 a seguito dell’approvazione da parte del FIFA Stakeholder Committee del c.d. terzo pacchetto di riforma FIFA riconducibile al periodo 2020-2021) per cui, inter alia e al netto di certe eccezioni, è previsto un tetto massimo di sei (detto tetto era pari a 8 dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023 e di 7 dal 1° luglio 2023 al 30 giugno 2024) giocatori cedibili in prestito internazionale per ogni club, nel tentativo di porre fine alla pratica dell'accumulo eccessivo di calciatori utilizzati esclusivamente per generare plusvalenze o per scopi di mercato. Questa misura, prevista nell’Articolo 10 del FIFA Regulations on the Status and Transfer of Players (RSTP), mira a tutelare sia la competizione sportiva sia i giocatori stessi, spesso costretti a cambiare club senza una reale prospettiva di crescita professionale.

Nel caso di Kolo Muani, il PSG ha raggiunto il limite massimo di sei prestiti internazionali, ostacolando così il trasferimento dell'attaccante francese alla Juventus. Per sbloccare l’operazione, il PSG deve liberare uno slot tra i prestiti esistenti, ad esempio richiamando in anticipo un giocatore attualmente ceduto o cedendo a titolo definitivo uno di questi giocatori. Tuttavia, anche un’operazione di questo tipo richiede una pianificazione rigorosa per rispettare le tempistiche e più in generale la regolamentazione sia a livello FIFA ma anche a livello domestico.

Ciò che sorprende nel caso in esame, è apprendere dalla stampa che il giocatore sarebbe oramai da giorni presso il centro sportivo della Juventus, autorizzato ad allenarsi con il “nuovo club” ma impossibilitato ad essere schierato in una competizione ufficiale. E ciò in quanto le parti avrebbero non solo trovato l’accordo su ogni aspetto dell’operazione, ma addirittura sottoscritto tutta la documentazione per completare il trasferimento internazionale.

Da dove deriverebbe dunque l’intoppo?

In assenza di spiegazioni ufficiali da parte dei club coinvolti, che si sono limitati a riferire di “disguidi burocratici”, è verosimile ritenere che detto intoppo possa essere risultato nella fase conclusiva di ogni trasferimento internazionale, ovvero il matching dei termini concordati attraverso il Transfer Matching System (TMS), le parti potrebbero essersi accorte di non poter concludere l’operazione ai fini dell’ottenimento dell’ITC e, dunque, il tesseramento del giocatore francese per il club bianconero.


Ma cosa è il Transfer Matching System (TMS)?


Il Transfer Matching System (TMS) è lo strumento digitale obbligatorio per la gestione dei trasferimenti internazionali e rappresenta il cuore del sistema dei trasferimenti a livello FIFA. Introdotto per garantire trasparenza e integrità nelle operazioni, il TMS obbliga i club a registrare ogni dettaglio di un trasferimento, inclusi accordi economici, contratti e tempistiche. Ogni trasferimento internazionale deve essere approvato attraverso il TMS, che segnala automaticamente eventuali violazioni delle normative, bloccando l’operazione in caso di irregolarità.

Nel caso di Kolo Muani, il TMS potrebbe avrebbe rilevato una cosiddetta "validation exception" a causa del superamento del limite di prestiti consentiti ai sensi del paragrafo 14.1(c) dell’Annex 3 del FIFA RSTP, una condizione che, detto in termini essenziali, impedisce il completamento del processo di trasferimento sulla piattaforma in questione.


Le implicazioni giuridiche e strategiche per i club


La normativa sui prestiti rappresenta solo una delle numerose disposizioni introdotte dalla FIFA per regolamentare il mercato dei trasferimenti. Altre misure, come la registrazione obbligatoria nei periodi di mercato definiti e il rispetto delle norme relative ai trasferimenti di minorenni, rafforzano ulteriormente l’impegno della FIFA a garantire equità e trasparenza. Tuttavia, queste regole comportano sfide significative per i club, che devono pianificare attentamente ogni operazione per evitare blocchi o sanzioni e al contempo rimanere aggiornati su ogni sviluppo della regolamentazione ad ogni livello.

Il caso Kolo Muani riflette inoltre l'importanza di una gestione integrata tra aspetti sportivi, economici e giuridici. I club non possono più limitarsi a considerare il valore tecnico di un giocatore, ma devono valutare le implicazioni normative di ogni trasferimento, in particolare in relazione alla fattibilità di un determinato trasferimento. La mancata osservanza delle regole non solo mette a rischio la buona riuscita dell’operazione, ma può anche compromettere la reputazione e la credibilità di una società a livello internazionale.


Un sistema in evoluzione: vantaggi e criticità


Le normative introdotte dalla FIFA rispondono all’esigenza di rendere il calcio un settore più sostenibile e trasparente. Tuttavia, esse presentano anche alcune criticità. Da un lato, i limiti sui prestiti sono fondamentali per evitare l'accumulo di giocatori e garantire che ciascun atleta abbia opportunità di sviluppo in contesti competitivi. Dall’altro, questi vincoli possono risultare eccessivamente “rigidi”, soprattutto per club di grandi dimensioni che devono gestire rose numerose e operazioni su scala globale.

Inoltre, l’implementazione pratica di queste regole richiede investimenti significativi in termini di risorse umane. Ad esempio, per utilizzare il TMS, i club devono formare personale qualificato, talvolta supportato da professionisti esterni, e dotarsi di sistemi adeguati per gestire i flussi informativi. Questi requisiti, sebbene giustificati dall’obiettivo di garantire conformità e trasparenza, possono rappresentare un onere aggiuntivo per società con risorse limitate.


Prospettive future e considerazioni conclusive


Il caso Kolo Muani offre spunti significativi per riflettere sull’impatto delle norme FIFA e sulle strategie che i club devono adottare per conformarsi a un quadro regolatorio sempre più articolato e talvolta stringente. La vicenda sottolinea l’importanza di una pianificazione rigorosa e di un approccio integrato alla gestione del mercato, in cui gli aspetti giuridici sono inseparabili da quelli sportivi ed economici.

In un contesto calcistico globale in continua evoluzione, le normative FIFA rappresentano un tentativo di bilanciare le esigenze di sostenibilità e integrità con quelle di competizione e crescita. Tuttavia, il successo di queste misure dipenderà dalla capacità dei club e delle federazioni di adattarsi e di trovare soluzioni innovative per navigare tra le complessità di un sistema sempre più regolamentato.

Ulteriore e attualissima chiave di lettura della c.d. riforma dei prestiti- in questa particolare fase per la FIFA (vedasi da ultimo il c.d. caso Diarra e posto che, come detto, la riforma affonda le sue radici nel 2020), riguarda il tema relativo al fatto se essa possa rientrare nel novero delle norme regolamentari da porsi al vaglio di compatibilità con le norme UE e, in particolare, alla libera circolazione dei lavoratori.


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