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Moda, trend e sociale: il business della maglia

Moda, trend e sociale: il business della maglia

di Gloria Cusin - 03/05/2024
Moda, trend e sociale: il business della maglia

Nel mondo dei social, quello in cui le persone sono più interessate alla vita privata di un calciatore rispetto alla sua prestazione sul campo e dove i selfie, i tweet e i “mi piace” hanno cambiato le regole del gioco, una cosa, però, non sono riusciti a modificare: l’interesse verso le maglie da calcio. Negli anni, le magliette hanno subito cambiamenti radicali, siamo passati dalla rigorosa camicia bianca di flanella fino alle divise di oggi: multi-color, richiestissime e molto criticate. Da una ricerca condotta dall'esperto di PR Marketing Peter Rohlmann, emerge che il Liverpool è la squadra che ha venduto più t-shirt nella stagione 2022-23, per un totale di 1.8 milioni. Questioni di soldi, che vedono al centro del bersaglio non solo i club, ma anche i protagonisti che le indossano. In Serie A, uno dei casi più eclatanti è stato il boom di vendite con l’arrivo di Ronaldo alla Juventus. Secondo quanto riportato da Repubblica, il portoghese, durante il suo primo anno in bianconero (2018-19), è riuscito a far vendere alla società oltre un milione di maglie a livello globale, registrando un incasso complessivo di 44 milioni di euro. Nel grande meccanismo, però, non è da dimenticare anche il nome di chi una maglietta la disegna. Negli ultimi anni, sempre più stilisti hanno avvicinato il calcio alla moda, proponendo design innovativi e lontani dalla tradizione. Il sold-out delle maglie del Napoli con le ali, nate dalla collaborazione tra lo stilista Marcelo Burlon e Kappa, è la dimostrazione di come sport e passerelle viaggiano su due binari destinati ad incontrarsi. Ma non sempre la novità piace: secondo la graduatoria pubblicata nel 2021 dall’americana Espn, la più brutta divisa di sempre nel campionato italiano di Serie A è la terza maglia dell’Inter nella stagione 2016-17, chiamata ironicamente “Sprite style”. Il calcio, quindi, deve fare i conti con il lato fashion ma, oltre a seguire i trend, è necessario che resti saldamente connesso alla realtà. Ma a livello sociale, quanto riesce a comunicare una divisa sportiva? Questa è la domanda che andrebbe posta alla nazionale di calcio tedesca che, per il suo kit da trasferta europeo, ha scelto diverse tonalità di rosa. Una maglietta portavoce di un messaggio molto chiaro: il calcio è anche per le femmine. A prescindere da critiche e apprezzamenti, da moda e messaggi sociali, il focus del discorso, rimane però sempre e solo uno: il business delle magliette è fondamentale, alla fine non importa come, l’importante è che se ne parli (e che si acquisti). 

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